Maggio 2020 |
Varese News 15 maggio 2020
I Liberi Artisti a sostegno del Pronto Soccorso di Varese
Sono oltre 40, come gli anni di vita di questa storica Associazione gli artisti della Provincia di Varese che mettono a disposizione la loro arte a favore del P.S. dell’Ospedale di Circolo varesino. Questo attraverso una mostra virtuale dove sono esposte le opere di questi importanti esponenti dell’arte territoriale tra cui Marcello Morandini, in vendita ad un prezzo democratico al di sotto della metà del loro valore effettivo. “L’arte è un bene e fa anche del bene”, dichiara la Presidente di ALAPV Nicoletta Romano, “e in questa drammatica situazione di emergenza tutti i nostri artisti non hanno esitato a mettere a disposizione loro opere. I proventi della mostra saranno interamente devoluti al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Circolo, avamposto nella guerra a questo acerrimo nemico invisibile, perché, anche se per il momento il peggio sembra ormai dietro di noi, questa instancabile istituzione ospedaliera necessita di ulteriori strumentazioni. Un’ottima occasione per fare del bene a coloro che ne hanno bisogno facendolo anche a sé stessi arricchendosi di opere d’arte di reputati artisti. Confidiamo nella generosità dei varesini che attraverso la passione per l’arte potranno contribuire a questa nobile causa.”
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Maggio 2019 |
Inserto de La Prealpina “OLTRE” di giovedì 23 maggio 2019
L’Associazione Liberi Artisti della Provincia di Varese
Il tempo macina la realtà trasformandola in ricordi. Vale per le persone, ma pure per le associazioni. Anche l'Alapv, che per più di quarant'anni ha rappresentato al vertice l'arte del territorio varesino, è cambiata negli ultimi anni. Alcune personalità sono scomparse, sostituite da altre potenzialmente altrettanto valide che per la loro personalità meritano di farsi conoscere. Il Direttivo dell'associazione ha così deciso di ripetere l'esperienza dello scorso anno al Sacro Monte di Varese programmando 8 avvenimenti al Camponovo. Il primo è già in corso con le opere di 32 artisti. Fino al 30 settembre, da giovedì a domenica ore 10-19.
Ettore Ceriani |
Giugno 2018 |
Sogno d’Estate è un ricco programma di eventi che si articola da maggio ad agosto 2018 nato dalla collaborazione tra Associazione Liberi Artisti di Varese, l’Associazione di promozione sociale Elevando e Location Camponovo con il sostegno della Fondazione Comunitaria del Varesotto. Per quattro mesi l’arte è protagonista con mostre permanenti, temporanee e corsi gratuiti capaci di coinvolgere i visitatori in un suggestivo luogo, un tempo via delle pellegrini oggi chiuso e trasformato in un suggestivo luogo di riflessione e bellezza.
Sogno d’Estate vuole infatti da un lato proseguire nell’azione di valorizzazione del Borgo del Sacro Monte e dall’altro far diventare turisti, pellegrini e visitatori soggetti attivi, e non passivi, nella visita a uno dei patrimonio più suggestivi dell’Unesco. La salita lungo il viale delle Cappelle è un'esperienza che si rinnova ogni giorno da oltre Quattrocento anni. Sempre lo stesso e sempre diverso, il Sacro Monte di Varese continua a suscitare nuove e contemporanee ispirazioni, anche se abbiamo calpestato quei sassi centinaia di volte, se abbiamo goduto di quel panorama più e più volte, se conosciamo i capolavori delle singole cappelle. Il grande spazio espositivo ospita una doppia mostra permanente con le opere degli artisti dell’Associazione Liberi Artisti di Varese che si confrontano con il piccolo formato quadrato di cm 25x25, dove il tema libero permette di esprimere la personale cifra stilistica di ogni singolo autore, mente una riflessione più specifica sul formato di cm 40x40 è dedicata al Sacro Monte, ove gli autori si confrontano con le suggestioni, i capolavori e la sacralità della Via Sacra. Maria Teresa Barisi e Marcello Morandini aprono il calendario delle mostre personali di Sogno d’Estate. Le opere dei due artisti, a confronto, dialogano con lo spazio architettonico ciascuno con la propria e personale ricerca. Nei lavori di Maria Teresa Barisi spaccati di cielo si stagliano con prospettive cromatiche straordinarie e le tele sembrano dilatarsi ed espandersi diventando un luogo in cui perdersi. Il racconto dell’elemento naturale evoca un senso di spaesamento che si ritrova nel colore, in uno spazio aereo e corpuscolare. Un luogo d’immersione che diviene improvvisamente organico quando si compone di minuziosi particolari della natura. Il rigore geometrico e dinamico delle opere di Morandini incontra in questa insolita esposizione comune l’immaterialità e la leggerezza poetica delle opere di Maria Teresa Barisi, in un dialogo inedito e sorprendente. Il progetto si articola inoltre con la realizzazione di corsi gratuiti aperti al pubblico sulle diverse tecniche espressive: l’incisione e il raku. Sogno d’Estate inaugura martedì 1 maggio alle ore 18.00. Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione Comunitaria del Varesotto, in collaborazione con il Festival Tra Sacro e Sacro Monte, con il patrocinio del Comune di Varese, dell'Associazione Amici del Sacro Monte.
Erika La Rosa |
Giugno 2016 |
Una mostra “site specific”,
un progetto ampio che vede ospiti gli autori dell’Associazione
Liberi Artisti della Provincia di Varese negli spazi del Civico
Museo Parisi Valle di Maccagno. Sono oltre cinquanta gli autori
che partecipano alla collettiva intitolata “Progetto di Arti”,
curata da Marcello Morandini e da Clara Castaldo, aperta dall’11
giugno al 4 settembre.
Marcello Morandini, Presidente dell’Associazione spiega: «Gli artisti
che hanno lavorato a questo progetto hanno l’importante opportunità
di confrontarsi e condividere professionalità, emozioni e amicizia.
Ci piacerebbe che ogni visitatore potesse incontrare, in questo straordinario
Museo, opere diversificate ed innovative. Ecco perché, a partire
da questo lavoro, abbiamo immaginato una fusione – anche visiva –
tra il logo del Museo di Maccagno e quello del nostro storico sodalizio».
«Il Progetto di Arti per Maccagno – commenta Clara Castaldo – nasce
anche dall’auspicio di vedere il museo come possibile e desiderato
luogo di incontro, ospitalità, come strumento duttile sì, non sfuggente
o fluido. Abbiamo voluto e immaginato un Progetto di Arti – rigorosamente
al plurale – perché questo luogo culturale sul Lago potesse provarsi
oltre gli steccati del consueto e del prevedibile, divenendo ialino,
penetrabile e libero. E quel che è più sorprendente è che tutti gli
autori coinvolti si sono lasciati stupire – pur con declinazioni
ed esiti talvolta agli antipodi – dal luogo ambientale e paesaggistico
sul quale insiste il Civico Museo, ossia da ciò che lo connota in
senso più individuale e personale”.
Fabio Passera, sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca saluta con
estremo favore questa mostra ospitata nelle luminose sale del nostro
Civico Museo. «Nel solco di una precisa scelta culturale vogliamo
continuare a dare voce a quelle realtà del nostro territorio che
contribuiscono a impreziosire l’offerta artistica della nostra provincia.
Ogni giorno che passa, sento che il mio rapporto con il Museo “a
ponte” sul Giona è quello di far conoscere, a tutte le generazioni,
il “bello” che ci circonda».
«Ho sempre pensato che col tempo si sarebbero incontrati anche perché
sono vere eccellenze del nostro territorio – osserva Ettore Ceriani.
L’Associazione Liberi Artisti della Provincia di Varese ed il Museo
Parisi Valle sono due significative presenze che proseguono ed integrano
la lunga ed articolata tradizione di una terra operosa ma anche ricca
di storia e capacità creativa. A questo punto, ci sembra doveroso
riconoscere l’ospitalità, la lungimiranza e lo sforzo che la comunità
di Maccagno con Pino e Veddasca sostiene nel vivificare questo luogo
con una serie di interessanti e originali mostre».
www.varesenews.it |
Ottobre 2015 |
artEXPOsition
Un appuntamento molto atteso per gli esperti del settore, gli appassionati d'arte
e per chiunque voglia conoscere la scena artistica contemporanea del nostro
territorio, con i suoi protagonisti. Sabato 17 ottobre 2015 alle ore 16.30
presso il Centro Culturale Concordia ad Arsago Seprio verrà inaugurata la XII
Rassegna Biennale Artisti Varesini. Si tratta di un'esposizione di arte contemporanea
rilevante per chiunque voglia conoscere la scena artistica del nostro territorio,
i suoi protagonisti e, di riflesso, quanto il mondo dell'arte propone nel nostro
tempo. La Biennale Artisti Varesini, infatti, è diventata un appuntamento molto
atteso per gli esperti del settore e gli appassionati d'arte della Provincia,
ma risulta interessante anche per i visitatori che per un caso fortuito si
trovino a varcare le soglie della Sala polivalente. A testimonianza di quanto
appena accennato sono i patrocini di Regione Lombardia, Provincia di Varese,
Museo Maga e -quest'anno- anche di Palazzo Italia (EXPO Milano 2015). Per la
prima volta in oltre venti anni di esistenza, infatti, la Biennale ha chiesto
agli artisti partecipanti di confrontarsi con un tema specifico proposto dalla
Commissione Organizzatrice che, in concomitanza con l'Esposizione universale
di Milano non poteva che essere il nutrimento dello spirito oltre che del corpo.
Il titolo dell'EXPO "Nutrire il pianeta. Energia per la vita" è sembrato
alla Commissione il miglior riassunto e la più efficace dichiarazione d'intenti
anche per la mostra di Arsago. Le 30 opere presentate, come sempre, stupiscono
e superano le migliori aspettative, consegnando una straordinaria varietà stilistica
e di interpretazione del tema, unite ad un coinvolgente entusiasmo. Ne risulta
un'esposizione che raccoglie alcune fra le firme più influenti della scena
artistica provinciale e che indaga il rapporto dell'uomo contemporaneo con
il cibo da ogni prospettiva.
www.artevarese.com |
Marzo 2014
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SEGNO COLORE MATERIA -
Liceo Artistico Venegono Inferiore
Il particolare che distingue e si distingue: questa la ricerca di Sandroni,
come percorso per giungere al cuore della propria identità, come voce
staccata dal coro, quale sonda capace di scendere nelle lacerazioni
prospettiche del proprio sentire. Ogni taglio, ogni ombra è morsura
di pensiero, è veloce fotogramma dei fenomeni del vivere, è mutilazione
o arricchimento, è irrazionale epifania della propria cronistoria.
E così nella piena coscienza dell'inevitabile ricerca formale, nella
totale consapevolezza dell'inesprimibile, oltre la possibile vanità
di esecuzione tecnica, si esprimono le creazioni
di Sandroni: libera rispondenza di ritmi aperti nello spazio, trascendenza
di figurazioni in rarefatte invenzioni. Le sue ombre rarefatte evocano
dimensioni extrasensoriali: questa la magia di Sandroni, nel fare della
ricerca la spiritualizzazione della materia, affinché si apra la scia
della luce, nel percorso di ogni vita.
Adriana Battaglia |
Marzo 2014
|
SEGNO COLORE MATERIA -
Liceo Artistico Venegono Inferiore
Nella situazione caotica dell'arte contemporanea, in cui galleggiano
tentativi indefiniti (e indefinibili) di nuovi linguaggi, si tende
spesso a confondere i mezzi espressivi con tutto quanto dovrebbe
necessariamente stare a monte (contenuti, coerenza intellettuale,
valori, visione del mondo, tensione all'universalità, etc.). L'arte,
o qualsiasi epoca appartenga, non può infatti essere avulsa dalla
storia dell'umanità, altrimenti sarebbe un puro esercizio retorico,
per quanto sia manifestata in modo accattivante. E' per questo che
guardo con molto interesse alle opere di Luigi Sandroni, in cui il
'nostro' si è ritagliato un proprio linguaggio espressivo, moderno
e nel contempo estremamente efficace nel portare alla luce i prodromi
fondanti e motivanti del suo fare orte. Forte delle esperienze maturate
nell'approntare disegni per tessuti stampati e nella grafica pubblicitaria,
Sandroni lavora su strutture geometriche (in genere il quadrato)
di materiale plastico formabile a caldo che, modellato, tagliato,
piegato secondo le proprie esigenze espressive, gli consente di ottenere
risultanze armoniose e dai significati simbolici. Tali modulazioni
producono sommovimenti organici della superficie che, attraverso
un gioco essenziale di alternanze luministiche, si aprono ad emersioni
che preludono a spazi mentali ed a dimensioni più intime, fortemente
speculativi poiché non descritti, ma percepiti, quindi con forti
potenzialità interlocutorie nei confronti dell'osservatore. Del resto,
le intuizioni, di derivazione puramente psichica, per mostrarsi hanno
bisogno di un intervento 'fisico', cme lo può essere un segno od
una immagine. E' qui che Sandroni apre il suo mondo ad una interiorità
misurata, ma ricca dei fermenti e di considerazioni speculative.
In queste largure e increspature della materia, peraltro controllate
secondo un ordine mentale, appaioni spazi sconosciuti ed imprevedibili,
che enunciano un mondo altro da quello delle apparenze, teso ad evidenziare
le forze, in parte ancora misteriose, che pulsano nella vita e nell'Universo
che ci circonda, nel tentativo di riscoprire l'originaria essenza
di ogni cosa. Ettore Ceriani |
24 Febbraio 2013
Lombardiaoggi |
Una mostra per
il festival di Gallarate - Arte e filosofia con cinque identità
FilosofArti a Gallarate vuol dire anche creatività. Venerdì 1 marzo,
alle 18, s'inaugura a Villa Delfina la mostra di cinque artisti dell'associazione
provinciale di Varese, le cui opere interpretano il tema conduttore,
del festival filosofico «Identità / Alterità». Claudiò Calzavacca,
pittore e ceramista, mediante procedimenti combinatori propone strutture
capaci di cogliere «l'indicibile governo della mente». Impegnata in
una ricerca gestuale e semantica, Lù Demo sprigiona energia interiore
nell'uso lirico di colori densi e tersi emergenti da fondi bianchi
luminosi. Venuto dal mondo pubblicitario, Paolo Guerra, mixa oggetti
quotidiani, carte e materiali extra artistici in un gioco ironico tra
cultura alta e bassa. Franca Munafò, attraverso la pittura, l'incisione
e la ceramica, indaga le proprie e le altrui pulsioni interiori mediante
il segno tratteggiato, circolare, punteggiato che itera, ritma, armonizza
secondo una poetica di cifra musicale. Infine Luigi Sandroni sviluppa
all'interno di aree spaziali quadrate o cubiche ricerche plastico-geometriche,
facendo uso di materiali che vanno dal vetro alla plastica dalla carta
al legno e mettendo in scena, elementi simbolici, metafore di proprie
sensazioni esperienziali. Fabrizio Rovesti |
28 Aprile 2012 |
Luigi Sandroni, tra emozione
e ragione
L’esteso iter creativo di Luigi Sandroni, iniziato negli anni ‘50 e
con piglio innovativo tuttora in corso, evidenzia un arco espressivo
compreso tra due poli entro i quali si muove l’artista in relazione
anche alle sue vicende esistenziali. A un’estremità vi è la rappresentazione
di realtà coinvolgenti, emozionali, dall’altra il raggiungimento di
esiti razionali finalizzati all’arte applicata, al design più di recente,
all’artisticità di spazi costruiti. Tra i due poli si svolge un percorso
in cui si fondono una ricerca di senso, che può richiedere altresì
lo sviluppo di un progetto, e un’attitudine elaborativa alta, che significa
spesso un preciso impegno manuale. Con il lavoro di Sandroni, siamo
dunque ben lontani dalle “fragilità” insite in certi prodotti della
sperimentazione artistica contemporanea. L’inizio della sua vicenda
creativa è di quelle tradizionali, comune a tanti giovani che negli
anni dopo la seconda guerra mondiale si affacciano al mondo dell’arte
portati da una manifesta passione giovanile. Disegno, uso dei colori
ad olio, copie dal vero secondo i primi insegnamenti di una bravissima
pittrice, quindi frequentazione dell’Accademia Cimabue di Milano, con
lezioni di nudo, in preparazione agli esami di maturità artistica conseguita
nel 1953 all’Accademia di Brera. Studi serali, che si affiancano a
un precoce impegno come apprendista in un laboratorio di disegni per
un’industria di tessuti stampati. Tale sarà per circa un quarantennio
la sua professione, che gli consentirà, inoltre, di accostarsi al mondo
della grafica pubblicitaria. Dunque, sin dagli esordi, si manifesta
quella polarità più sopra accennata: da un lato l’aspetto più razionale
legato all’arte applicata, dall’altro una libera espressività dettata
dalle visioni reali colte per il piacere di fare arte. Portandoci su
quest’ultimo versante, si osserva come il disegno inteso quale composizione
armonica ed equilibrata delle forme e definizione dello spazio, sia
per Sandroni l’elemento primario e determinante dell’impianto pittorico,
che nella stesura finale si evidenza secondo una struttura disegnativa
dell’opera in cui linee continue, o comunque chiuse, definiscono aree
cromatiche parcellari (Barche a Porto Garibaldi, 1973, olio). Una lunga
stagione che giunge sino alla soglia degli anni ‘90, nel corso della
quale Sandroni elidendo la figura umana privilegia la pura rappresentazione
del paesaggio naturale, urbano e marino, in particolare quello tipico
di certi nostri territori. Il suo “modus operandi” lo conduce a una
sorta di “tipicizzazione del soggetto”: nella serie di disegni e dipinti
degli antichi “caseddu” salentini (Caseddu - Puglia, 1987, olio), l’artista
ci restituisce una visione possente delle costruzioni immerse nella
luce del sud grazie all’estrema semplificazione delle forme massive
e del colore (ridotto a un bianco appena sfiorato da ombre azzurrognole)
e al contrasto dello sfondo scuro confinato nel bordo superiore dell’opera.
La rappresentazione cambia registro con gli agglomerati montani peculiari
della Valle d’Aosta, dove sui muri rabberciati si moltiplicano le liste
di legno che ordiscono le strutture abitative al limitare di orizzonti
cerulei (Dintorni di Brusson, 1989, olio). Un realismo connotato da
accenti espressionistici affidati soprattutto al segno, tuttavia mai
sfociato in ricerche volte alla perdita della forma, avendo “respinto
- osservava Silvo Zanella - la casualità, il disordine, la gestualità
libera e istintiva dell’informale” Fabrizio Rovesti ... Continua,
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02 Aprile 2010
www.artevarese.com
|
"La mostra è sicuramente un bello sforzo organizzativo ancora
una volta dell'Associazione che deve rendere grazie a Marcello Morandini
per la sua ecletticità, ma di sicuro l'oggetto "sfera" non
è un tema facile per un artista, specialmente per i pittori. La sfera
è una superficie tridimensionale, che continua a curvare nel piano,
però ci sono in mostra anche delle soluzioni interessanti, soprattutto
per quegli artisti eclettici che vanno un po' al di là dell'essere
semplici pittori, ma che hanno ragionato sulla sfera in maniera più
complessa. Mi riferisco in particolar modo a due artisti: a Mariuccia
Secol e a Luigi Sandroni che sembrano abbiano colto molto il principio
della sfera. Interessante anche il lavoro del'amico Emillo Corti. Proprio
ieri ho visitato la mostra: staremo a vedere che cosa succederà con
gli architetti e gli scrittori." Qualcuno ha definito la mostra
un po' "pretestuosa" proprio perchè legata ad un oggetto
specifico...
"in effetti, mostre di questo genere sono un po' delle forzature,
questa è una mia opinione personale. Credo che l'oggetto sfera potrebbe
essere legato a dei soggetti più particotari, penso per esempio a Gaia,
alla Terra, alla penna a sfera. Diciamo che si potrebbero pensare delle
mostre che incidano di più sul sociale, che abbiano qualcosa di più
attuale, dove ci sia più libertà di espressione, più possibilità e
capacità per l'artista di proporsi, con un tema più vasto, o magari
più astratto (come l'acqua, l'aria). Massimo Conconi |
15 Novembre 2007
www.artevarese.com |
Internet e web tv. Ecco a
voi la personale di Luigi Sandroni
Il 74enne Sandroni prova l'ebbrezza del web. Per il trentennale
dell'Associazione dei Liberi Artisti della Provincia di Varese,
batte tutti e arriva primo a mostrare i suoi ultimi lavori solo
on line: la nuova frontiera della fruizione artistica. Gallarate:
La novità sostanziale - Una mostra comme il faut. Con tanto di
testo critico, scritto per l'occasione, le opere in visione, e
la presentazione manu propria dell'artista. Un ufficio stampa che
lavora alla comunicazione. Tutto come si conviene. La novità è
però sostanziale. L'ultima personale di Luigi Sandroni è interamente
on line e tramite il web sul canale televisivo Another tv. Ridefinirisi
- Da quando Marcello Morandini, in qualità di presidente dell'Associazione
Liberi Artisti della Provincia di Varese, ha spronato i soci ad
allestire esibizioni personali in occasione del trentennale del
sodalizio, è tutto un fiorire di mostre. Sparse in ogni angolo
del territorio in luoghi espositivi noti, a volte meno, spesso
inediti. Sul web, è in assoluto una primizia. "Un atteggiamento
assai propositivo ed innovativo - scrive in un testo molto affettuoso
Emma Zanella, presentandolo - capace di ridefinire continuamente
se stesso e le proprie possibilità".
L'idea che piace - Non un semplice pittore, Sandroni. Fin da giovane
si è occupato di design e di grafica pubblicitaria, accostandosi ad
altre tecniche come la fotografia e il cinema. Difficilmente fermo
sui propri traguardi raggiunti, il 74enne artista gallaratese - una
lunga militanza nell'Associazione, fino alla carica di segretario,
da cui si è dimesso solo recentemente, un rapporto strettissimo con
le attività della Gam - trova congeniale esibirsi con un mezzo "poco
utilizzato sino ad ora - racconta l'artista - un mezzo potente che
ha il pregio di rendere fruibile il tuo lavoro non solo ad una ristretta
cerchia di amici e di appassionati in provincia, ma ben oltre".
E l'idea gli è piaciuta terribilmente. Spazio metafisico - Sandroni
si accosta a questo spazio "quasi metafisico", (da qui il
titolo della mostra "La metafisica dello spazio", con l'entusiasmo
dell'internauta ma con le poggiature salde dell'artista vecchia maniera.
Non rinuncia cioè al suo mestiere primo che è quello di realizzare
opere, spesso marchingegni pittorici e tridimensionali di fattura e
ingegno mai banali. Con i pennelli, più spesso in passato, con nuovi
materiali sintetici oggi, Sandroni esibisce nella sequenza elegante
delle immagini in movimento il grado di estrema sintesi cui ha portato
la sua arte. Dal figurativo paesaggio, alle costruzioni irrequiete
e sospese a queste nuove pulite, scabre, meditazioni minimali: minimali
per concepimento, ancor più per cromia. La costruzione allusiva degli
anni passati si è come asciugata, rastremata, verso una concisione
eminentemente grafica. Lo spazio in cui è disposta si è infinitamente
allargato. R.P. |
15 Novembre 2007
www3.varesenews.it
|
Vieni in galleria, quella virtuale
però!
Spazio e tempo, dimensioni che perdono forza nella rete globale di internet ma
che possono diventare un nuovo strumento di comunicazione se a usarle parliamo
di artisti. Così senza spazio ma in una galleria virtuale, e senza tempo, non
un orario di visita obbligato ma disponibilità ad ogni ora del giorno, Luigi
Sandroni ha scelto di “allestire” la mostra Metafisica dello Spazio on-line sul
sito http://www.luigisandroni.com/. Una mostra fuori dagli schemi classici dove
tecnologia e arte si incontrano per svelare le opere di questo artista dalle
forme pure ed essenziali, che lavora con la carta, con la tela o con materiali
sintetici. Certo, per i più affezionati frequentatori di spazi espositivi, la
scelta può sembrare audace, ma la galleria delle immagini fa bene comprendere
le nuove ricerche dell’artista. “Divergenze”, “futuro”, “Letteratura di destra
e di sinistra” opere in polimark multi-exel, dove il «quadrato viene piegato,
tagliato, ritmato, sempre con simmetria e delicatezza capaci di conferire ritmo
e armonia alle forme- come spiega Emma Zanella nell’introduzione alla mostra
– nuovo è inoltre il materiale con cui Sandroni lavora: non più il disegno, la
tela, la carta o l’olio, ma un materiale sintetico nato per altre funzioni, che
per pulizia e possibilità di trasformazione meglio risponde alle esigenze creative
dell’artista». La mostra rientra nel calendario di eventi per il trentennale
dell’Associazone Liberi Artisti di Varese. Erika La
Rosa |
17 Giugno 2001 |
Presentazione della mostra
alla galleria “SPAZIOZERO” di Gallarate
L’uomo può ancora
sognare. Le opere che Luigi Sandroni presenta in questa sua personale
evidenziano la complessa ma coerente evoluzione, soprattutto sotto
il profilo fantastico e contenutistico non quello formale, compiuta
nell’arco creativo dell’ultimo decennio. Opere di pittura e di
scultura che costituiscono il punto d’arrivo e il coronamento di
precedenti sperimentazioni e incursioni attuate in oltre cinquant’anni
di attività professionale sia nel campo dell’arte pura sia di quella
applicata e del design. Per l’ampiezza temporale operativa di quest'artista
in passato la sua espressività si è giustamente più volte rinnovata
ma, è bene sottolinearlo, senza compiere sbandamenti contraddittori
e schivando la sottomissione ai seducenti linguaggi aniconici.
Non ch’egli sia stato disinteressato ad essi, anzi. In particolar
modo ha apprezzato e fatta propria la semplicità, l’essenzialità
e la purezza delle forme geometriche, che contraddistinguono l’arte
astratta razionale; mentre ha respinto la casualità, il disordine,
la gestualità libera e istintiva dell’informale. Le sue scelte
formali rimangono pressoché immutate per tutto questo ultimo decennio.
Non sono innovative e rivoluzionarie; se mai controrivoluzionarie
in quanto prediligono l’ordine compositivo architettonico, le controllate
ed equilibrate modulazioni, i valori lievi e lievissimi sorretti
dal contrappunto delle sonorità vibranti. La luce del suo colore,
sia quando è tonale sia quando è cromatico, nasce da accostamenti
sapientemente gestiti. Se rimane costante il mezzo formale di Sandroni,
risultano in continuo rinnovamento l’invenzione fantastica e il
messaggio contenutistico delle sue opere. L’arco evolutivo passa
dal simbolismo all’allusione metafisica e infine al surrealismo.
La realtà illusoria - a volte tanto minuziosamente analizzata da
sconfinare nell’iperrealismo - sovente assume significati simbolici
non sempre d’immediata lettura, anche perché a supportare il mistero
- come conviene ad un’opera d’arte – argutamente contribuisce il
titolo, evidenziato come parte dell’opera stessa. Uno dei motivi
chiave di questo periodo simbolico metafisico è costituito dalle
“stanze” e poi dalle “celle” e dalle “prigioni” che certamente
evocano la condizione di costrizione, d’isolamento, d’incomunicabilità,
ma anche di globalizzazione, dell’uomo contemporaneo. Trattasi
della denuncia senza rivolta, dell'evidenziazione testimoniale
lucidamente manifestata con il puro linguaggio dell’arte visiva.
E’ una testimonianza asettica, fuori del tempo, concettuale e filosofica
della condizione dell’uomo di ieri, d’oggi, di domani. Così è, se
vi pare. Le ultimissime opere sono ulteriori confessioni dello
spirito del nostro artista. Aprono altre porte: quelle dell’evasione
fantastica e surreale dove in visioni complesse di ricordi, forse
di rimpianti, certamente di speranze, l’uomo può ancora sognare. Silvio
Zanella |
17 Giugno 2001 |
LOMBARDIA OGGI
…Il quadrato è la figura magica da
cui Luigi Sandroni fa discendere le sue costruzioni tridimensionali
reali o dipinte su supporti piani secondo una precisa prospettiva.
Ma questa scelta formale non lo porta nell’area dell’astrazione razionale.
Dentro, fuori o fra le strutture emergono con forza gli elementi che
danno contenuto all’opera. Un campionario di queste invenzioni fantastiche
create negli ultimi anni è ora visibile allo Spazio Zero di Gallarate.
I lavori denotano una straordinaria perfezione esecutiva, che deriva
da cinquant’anni di mestiere nell’arte pura e applicata. Sandroni,
mantenendo sempre un’essenziale coerenza stilistica, nell’ultimo scorcio
di secolo – osserva Silvio Zanella nella presentazione della mostra
– «passa dal simbolismo all’allusione metafisica, al surrealismo».Nella
tela “The judgement” la bianca struttura cubica racchiude una matita
rossa e blu, l’elemento che connota simbolicamente l’opera. Avanti
nel percorso, compare la porta della “Realtà onirica”, dove il cielo
notturno entra nella stanza con pavimento a scacchiera. Se Fontana
ha pensato di andare oltre la superficie del quadro con il taglio,
Sandroni disegna un coltello conficcato nella tela, facendo sgorgare
dalla ferita la «Linfa» pittorica. Bianchi e neri, nelle loro infinite
gradazioni, danno corpo, nei dipinti, alle architetture virtuali geometriche
che si relazionano con altre forme e cromatismi, rendendo l’osservatore
partecipe di un’atmosfera magico-cosmica.
Fabrizio Rovesti |
17 GIUGNO 2001 |
LA PREALPINA
…Le opere – quadri e sculture - che
l’artista presenta in questa mostra personale portano alla ribalta
la complessa, pur coerente evoluzione del suo “racconto”. Soprattutto,
come evidenzia nella presentazione Silvio Zanella, sotto il profilo
fantastico e contenutistico. Una ricerca che attraversa correnti come
il simbolismo, l’allusione metafisica e infine il surrealismo. Le più
recenti opere di Sandroni assurgono quasi a confessione dello spirito:
la consegna di testimonianze, sempre in quell'evasione fantastica,
clima in cui l’essere umano può sognare.
Elio Bertozzi |
21 Gennaio 1996 |
Dal catalogo della mostra alla
Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate
“GALLARATE: ITINERARI DELLA PITTURA
CONTEMPORANEA” - 21 GEN. – 17 FEB. 1996
…L’annullarsi delle emozioni sembra essere una costante nell’andamento pittorico
attuale di Luigi Sandroni. E’ la storia infinita delle cose, viste in un contesto
intrigante e rarefatto, cristallizzate entro una scena metafisica, luogo privileggiato
per una netta sottolineatura della proiezione oggettiva dell’elemento dominante
in primo piano. L’incastonatura in ambito stereometrico rende ancor più asettica
la delimitazione; si rintraccia il distacco dell’artitsta che si assume il ruolo
di manipolatore acritico di una figurazione rigorosamente, sì, connessa al reale,
ma con il presagio sottilmente insinuante del dubbio.
Fabrizia Buzzio Negri |
13 Febbraio 1993 |
Dal catalogo della mostra
“ACCERTAMENTI” alla galleria LA CROCETTA
- Arte Contemporanea – Gallarate, 13/28 FEB. 1993
…In Sandroni quel bisogno di ricorrere costantemente al razionalismo geometrizzante
del segno, che in altri potrebbe sembrare dichiarazione di debolezza di fronte
al pulsare delle emozioni, si offre invece come lo sforzo puntiglioso di evocare
il mondo della vita illuminandolo senza esaltarlo su un palcoscenico d’intrigante
metafisicità. Emma Zanella Manara |
24
Maggio 1955 |
GIORNALE RADIO:
Arti Plastiche e Figurative"
…Nuovissimo incontro invece i tre
giovani della Galleria degli Artisti di Milano in corso Vittorio
Emanuele 34. Tutti e tre sono tradizionali, nel genere, nella prospettiva, nella
comprensibilità… Luigi Sandroni è il più eclettico una discreta voce
poetica ma idee chiare sui mezzi per esprimere.
Raffaele De Grada |
14 Aprile 1953 |
LA PREALPINA
…Sandroni ha vent’anni. I suoi quadri
(e questo è uno dei loro pregi) risentono della melanconica irrequietezza
che appunto a vent’anni caratterizza le ansie e le speranze di un artista.
Chiaramente questo lo deduciamo dalla forza di certe pennellate larghe
e nervose, che d’ogni suo lavoro occupano i punti periferici o sfuocati,
cioè dove il completamento immediato e d’instabilità d’ispirazione.
E quello che egli non dice alle nostre domande, quando lo intervistiamo
nella sua casa sul viale dei Tigli, noi agevolmente lo leggiamo in
una singolare spaziosità che anima i suoi cieli sempre sereni e quasi
glauchi. Sono aperti cieli sotto di cui il paesaggio ha profondi elementi
di troppa staticità, come appunto è in “Ottonato e in “Autunni, ad
esempio, dove la solitudine non dà certo un senso di liberazione e
appesantisce anzi, persino le linee di un disegno peraltro equilibratissimo.
Ma la forza rappresentativa di questo giovane è appunto tutta affidata
a tale maniera d’effetto diremmo spettacolare, inteso come differenziazione
profonda tra il mondo e il suo ”mondò. Qui sta, a nostro avviso, anche
la spiegazione di certe nature morte costruite su un costernato gioco
di colori accesi e vibranti che, davvero encomiabilmente operano uno
stacco netto tra il soggetto e il quadro, tra il contenuto e la forma.
Andrea Nania |
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